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Il segmento testuale Pompeo Colajanni è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 39Entità Multimediali , di cui in selezione 18 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 373

Brano: [...]l confino, si erano uniti militanti come Oreste Gianferrara, Francesco Pao

lo Travia, Salvatore Taormina e Alessandro Ferretti, nonché altri che facevano capo alle cellule del Cantiere Navale.

Nel 1935 il gruppo di Palermo partecipò alla costituzione del F.U.A.I. (Fronte Unico Antifascista Italiano). Questo ebbe tra i suoi promotori Salvatore Di Benedetto (v.) (operante nell’Agrigentino), il quale assunse compiti di direzione regionale con Pompeo Colajanni (v.), Piave, Grasso e Boccadutri.

Dopo gli arresti conseguenti alla fondazione del F.U.A.I., l’opera di proselitismo s’indirizzò verso i giovani e potè contare, tra le nuove leve palermitane, Lia Sellerio, Anna Ni col osi, i fratelli Di Chiara, Mario Mi neo, Napoleone Col a j anni, Nicola Cipolla.

Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il compito di mantenere i rapporti col Centro estero del partito fu assolto da Grasso. Furono stabiliti collegamenti anche con il mondo universitario e con intellettuali di diversa formazione (Vitaliano Brancati, Ignazio Scaturro, Vittorio D’Ale[...]

[...] intellettuali di diversa formazione (Vitaliano Brancati, Ignazio Scaturro, Vittorio D’Alessandro, Gastone Canziani, Salvatore Francesco Romano che si era trasferito a Palermo da Caltanissetta, Renato Guttuso, Elio Vittorini, Guglielmo Pasqualino, che a Palermo ospitava l’anarchico Paolo Schicchi, e molti altri operanti nell’isola e nel Continente). Questa rete di rapporti diede buoni frutti. Al momento deH’entrata in guerra dell 'Italia, quando Pompeo Colajanni fu richiamato nei « Cavalleggeri di Palermo », decise di dar vita a un’organizzazione clandestina nell’esercito. Questa consentì, a Palermo, l’allargamento dell’azione al capitano Franz Bonanno e al tenente Salvatore Russo, e, tramite Grasso, di fornire utili informazioni a Mario Alicata che si trovava a Roma.

« Altri collegamenti — scriverà Pompeo Colajanni in una sua testimonianza — furono stabiliti a Roma dal professore Diodoro Grasso venuto da Palermo, che entrò in contatto con altri ufficiali dell’aviazione già collegati col vecchio antifascista Azzarita (poi presidente dell’Associazione della Stampa), il cui figlio Manfredi, collaboratore di Carboni nella clandestinità, morì alle Fosse Ardeatine, e con ambienti di "liberi pensatori" che facevano capo ad Andrea Finocchiaro Aprile ».

In altra situazione, a contatto con antifascisti dell’Italia settentrionale e poi con l'organizzazione comunista palermitana, era avvenuta la maturazione anti[...]

[...]opo aver stabilito rapporti con l’organizzazione facente capo al toscano Antonio Bernieri (Partito Socialista Rivoluzionario), Cimino venne arrestato dalI’OVRA mentre prestava servizio militare a Palermo, e quindi tradotto nel carcere romano di Regina Coeli.

Sarà grazie a questa rete di rapporti intessuti anche all'esterno della Sicilia che gran parte degli antifascisti palermitani si legheranno subito alla Resistenza del Nord: dal già citato Pompeo Colajanni a Luigi Cortese (v.) e Di C rollai a nza, dirigenti della lotta partigiana a Parma; dal sottotenente di cavalleria Mimmo Ferrera, palermitano, che insieme ad Adolfo Serafino e quattro suoi compagni, dopo aver raggiunto la vai Chisone, si sacrificò per consentire la ritirata ai suoi compagni di lotta, a tanti altri palermitani e siciliani colti dall’8 settembre nelle regioni del Nord e che qui combatterono la Guerra di liberazione: il partinicese Palazzolo, valoroso protagonista della Resistenza del Veneto; i fratelli Di Dio (v.) che combatterono in vai d'Ossola, il generale Artale, fucilato a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 244

Brano: [...]incendiata dai tedeschi), usavano ritrovarsi d’estate intellettuali antifascisti come Norberto Bobbio, Ennio Carando, Cesare Pavese, Matteo Sandretti e militanti comunisti come Luigi Capriolo, Antonio Giolitti, Giovanni Guaita. A pochi chilometri di distanza (una passeggiata, in bicicletta), a Cavour, si trovavano oltre ad Antonio Giolitti che vi passava le ferie estive, Augusto Monti che vi si era rifugiato dopo l’uscita dal carcere, e nel 1943 Pompeo Colajanni che, richiamato alle armi col grado di tenente, vi comandava un reparto di « autoblinde » colà distaccato. Particolarmente intensi furono i contatti tra le suddette persone nel periodo tra il 28 luglio e l’8.9.1943.

Quando si delineò l’eventualità della guerra partigiana in montagna, Barge fu naturalmente scelta come il primo punto di riferimento e di appoggio per la raccolta degli uomini e dei mezzi. Vi confluirono, nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre, le due principali componenti dalle quali ebbe origine e forza il movimento partigiano nella zona: la componente militare,[...]

[...]rincipali componenti dalle quali ebbe origine e forza il movimento partigiano nella zona: la componente militare, costituita da gran parte

degli uomini e dei mezzi del reparto « autoblinde » di Cavour (che aveva collegamenti anche con l’ambiente militare di Pinerolo, di dove venne poi nelle formazioni militari intorno a Barge il maggiore medico Enrico Berardinone), guidati alla scelta della guerra partigiana dalla iniziativa e dall'esempio di Pompeo Colajanni (che assunse subito il nome di battaglia di Nicola Barbato); la componente politica, costituita da militanti e dirigenti del Partito comunista, i primi tra i quali ad arrivare a Barge, oltre ai nominati Capriolo, Geymonat, Giolitti e Guaita, furono Gustavo Comollo (Pietro), Conte, Grassi, Marcellino, Battistini. Comollo e Giolitti (Antonio) dovevano poi diventare i primi commissari politici delle locali formazioni garibaldine comandate da Colajanni.

I primi contatti organizzati con la popolazione locale furono stabiliti immediatamente tramite l’avvocato Giovanni Cogo e il calzolaio Marocci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 278

Brano: [...]e fino a diplomarsi in ostetricia. Nel 1938, vinta la condotta, si trasferì per esercitare la professione di ostetrica a Barge (v.), dove maturò una salda presa di coscienza antifascista.

Nella Resistenza

Dopo I'8.9.1943 Ludovico Geymonat e l’avvocato Giovanni Cogo (sfollati a Barge) chiesero a Maria Rovano di mettere la sua casa a disposizione per ospitare alcuni organizzatori della lotta armata: i primi

ospiti furono Antonio Giolitti, Pompeo Colajanni, Gustavo Comollo e Giovanni Guaita. Da quel momento Camilla diventò staffetta e infermiera dei partigiani, in particolare del Comando garibaldino del Piemonte sudoccidentale. Grazie alle sue ampie possibilità di movimento nella zona, dovute anche alla sua professione, alla conoscenza dei luoghi e della popolazione, potè partecipare attivamente all’organizzazione della Resistenza, rischiando più volte la vita. Per il grande contributo dato alla guerra di liberazione le sarà riconosciuto il grado di tenente.

Iscritta al P.C.I. dal 1944 e attiva militante comunista nel dopoguerra, nel 1956 pa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 375

Brano: [...]del Meridione », 1981, n. 84; F. Renda, Movimenti di massa e democrazia nella Sicilia del dopoguerra, Bari, 1979; F. Brancato, Agricoltura e politica in Sicilia, in « Nuovi Quaderni del Meridione », 1979; G. Carlo Marino, Partiti e lotta di classe in Sicilia da Orlando a Mussolini, Bari, 1976; G. Miccichè, Dopoguerra e fascismo in Sicilia, Roma, 1976; Idem, Lotte operaie in Sicilia dopo la grande guerra mondiale, in « Sindacato », Palermo, 1980; Pompeo Colajanni,

I comunisti e l'organizzazione militare clandestina antifascista, in « Quaderni Siciliani », Palermo, sett. 1973; Salvatore Di Benedetto, I Siciliani il 25 luglio 1943 a Milano, in « Quaderni Siciliani », ott. ’73; Idem, Dalla Sicilia alla Sicilia, Palermo, 1977; M. Cimino, Fine di una nazione, Palermo, 1977; Idem, L’antifascismo della Sicilia, in « Quaderni Siciliani », sett. 1973; G. Carlo Marino, Storia del separatismo siciliano, Roma, 1979; Paimiro Togliatti, La Questione Siciliana, a cura di F. Renda, Palermo, 1965.

G.Ca.

Palermo, Mario

N. a Napoli il 21.10.1898; avvocato. E[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 15

Brano: Agrigento

Italia, in numerosi viaggi, documenti e stampa clandestina antifascista. Nel 1942 fu, a Torino, tra i fondatori del Partito d’Azione (v.). Sfollato con la famiglia a Torre Pellice (Torino), il 9.9.1943 prese i primi contatti con Pompeo Colajanni e Antonio Giolitti; con quest’ultimo cercò vanamente di convincere il generale Barbò, comandante della Scuola di cavalleria di Pinerolo, a resistere ai tedeschi. In seguito si occupò dell’organizzazione militare delle prime formazioni partigiane nella vai Pellice e il 1213 settembre partecipò, con Mario Rollier, Arialdo Banfi e altri, all’occupazione della caserma della G.A.F. di Torre Pellice, impossessandosi di armi e munizioni. Fece parte del primo Comitato militare del Partito d'Azione, tenne i collegamenti tra Torino e le valli valdesi, organizzò con Willy Jervis il primo campo di lancio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 235

Brano: [...]mbre, nei giorni in cui i militari della IV Armata rientravano disordinatamente dalla Francia passando per le valli cuneesi, Giovanni Barale moltiplicò le sue energie per mettersi in contatto con ufficiali e soldati, onde incitarli a riprendere le armi e a condurre la lotta contro tedeschi e fascisti. Raccolta la prima banda partigiana nel vallone di San Giovanni di Boves, trasformò la sua bottega artigiana in sede di comando, stabilì legami con Pompeo Colajanni, Antonio Giolitti e altri comandanti partigiani; fu tra i più entusiasti animatori della Resistenza, li 29.12=1943. insieme a Carlo Ba

va (commissario di collegamento delle formazioni partigiane della zona) e a Paolo Cinanni (ispettore del P.C.L), si recò alla sede del Comando partigiano in montagna. L’indomani, ridiscesi a San Dalmazzo, i tre furono informati che i tedeschi, in possesso di notizie particolareggiate sulla dislocazione delle formazioni partigiane, si accingevano ad attaccarle in forze. Barale e Bava decisero allora di ripartire immediatamente, per informare il Comando dell’[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 372

Brano: [...]formazioni garibaldine, in ogni regione d’Italia ove si svolse la Guerra di liberazione, troviamo molti dei comandanti partigiani e dei dirigenti della lotta antifascista, i cui nomi ricorrono frequentemente su queste pagine. Per nominarne alcuni, in una rapida e necessariamente incompleta panoramica, e limitando l’elenco ai comandanti di brigata ò di formazione superiore ricordiamo, oltre ai già citati, i seguenti:

Piemonte: Cino Moscatelli, Pompeo Colajanni, Gustavo Comollo, Eraldo Gastone, Quinto Antonietti, Anello Poma, Francesco Moranino, Giovanni Latilla, Antonio Gioì itti, Vincenzo Modica, Davide Lajolo, Ezio Bazzanini, Osvaldo Negarville, Walter Nerozzi, Romano Bessone, Paolo Scarpone, Pippo Coppo, Bruno Calletti, Mario De Leila, Mario Venanzi, Mario Muneghina, Aldo Aniasi;

Lombardia: Italo Busetto, Giovanni Pesce, Aldo Aldrovandi, Giuliano Pajetta, Domenico Mezzadra, Alberto Cavallotti, Walter Audi sio, Vittorio Bardini, Carlo Lombardi, Italo Pietra, Luchino Dal Verme, Giorgio Allani;

Liguria: Remo Scappini, Luigi Pieragostini, Giov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 533

Brano: [...]ità partigiana svolta da varie formazio

ni, in particolare dalla Brigata Garibaldi « Spartaco » e dal Gruppo autonomo « Pantaneti ». Nella frazione di Montalto del comune di Cessapalombo (v.) i fascisti perpetrarono l’eccidio di 26 partigiani.

Chieri, Liberazione di

Città e comune di circa 17.000 abitanti (13.000 nel capoluogo) a 16 km da Torino, Chieri fu liberata il 19.4.1945 dalle forze unificate della zona del Monferrato (comandante Pompeo Colajanni, commissario politico Luigi Masciadri).

Il 18 aprile, alle 9 del mattino, i lavoratori torinesi avevano proclamato lo sciopero generale politico che doveva precedere l’insurrezione armata e il Comando partigiano della zona, sfidando le agguerrite forze nazifascista che occupavano ancora Torino, decise di liberare intanto la vicina Chieri, presidiata anchlessa da un forte reparto nemico. Furono scelti per l’impresa 200 veterani tratti dalla 4a « Garibaldi », con il comandante Isacco Nahoum; dalla 2a con Mario di Lanzo, e dalle formazioni « Giustizia e Libertà » del Monferrato, tutti ottimam[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 584

Brano: [...]o governo De Gasperi (10.12.19451.7.1946). Deputato all’Assemblea regionale siciliana dal 20.4.1947, ne è tuttora vicepresidente. È stato segretario delle federazioni provinciali comuniste di Enna e di Palermo; è membro del Comitato centrale del Partito comunista, del Consiglio nazionale dell’A.N.P.I., deH’Associazione ItaliaU.R.S.S. e del Consiglio nazionale della pace.

La liberazione di Torino

Il 26.4.1945, unità partigiane al comando di Pompeo Colajanni, dopo aver liberato Chieri (v.) marciarono su Torino e, nella notte tra il 26 e il 27, mentre ancora nella

città si combatteva, vi entrarono portando un contributo decisivo alla sua liberazione. Nel pomeriggio del 27 il tristemente noto capitano Schmidt dei servizi di sicurezza tedeschi fece sapere al Comitato di liberazione nazionale e al comandante Colajanni di essere stato autorizzato a trattare una tregua d'armi dall'ambasciatore Von Rahn. Il capo partigiano rispose che egli aveva poteri per combattere o per ricevere la resa senza condizioni, non per trattare tregue con il nemico. Lo S[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 614

Brano: [...]ersone: Prefetto, Pier Luigi Passoni (partito socialista); Vice Prefetto, Giovanni Canova (partito libe

rale) ; Sindaco, Giovanni Roveda (partito comunista) ; Vice Sindaco, Domenico Chiaramello (partito socialista) ; Gioachino QuareHo (democrazia cristiana), Ada Marchesini Gobetti (partito d’azione); Presidente della Deputazione Provinciale, Giovanni Bovetti (democrazia cristiana) ; Questore, Giorgio Agosti (partito d’azione) ; Vice Questore, Pompeo Colajanni (partito comunista) ; Presidente della Commissione economica, Teresio Guglielmone (democrazia cristiana) ».

Seguivano le disposizioni per tutti i C.L.N. provinciali, che dolevano costituirsi in Giunte provinciali di governo; per i C.L.N. comunali, di fabbrica e rionali che — ciascuno nel proprio ambito — dovevano assicurare il mantenimento dell’ordine pubblico, collaborare con le autorità polìtiche e amministrative per la continuità del lavoro nelle fabbriche, nelle aziende e per la normale ripresa della vita cittadina. M.Gi.

Bibliografia essenziale: Paolo Greco, Cronaca del Comitato Pi[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pompeo Colajanni, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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