Brano: [...]l confino, si erano uniti militanti come Oreste Gianferrara, Francesco Pao
lo Travia, Salvatore Taormina e Alessandro Ferretti, nonché altri che facevano capo alle cellule del Cantiere Navale.
Nel 1935 il gruppo di Palermo partecipò alla costituzione del F.U.A.I. (Fronte Unico Antifascista Italiano). Questo ebbe tra i suoi promotori Salvatore Di Benedetto (v.) (operante nell’Agrigentino), il quale assunse compiti di direzione regionale con Pompeo Colajanni (v.), Piave, Grasso e Boccadutri.
Dopo gli arresti conseguenti alla fondazione del F.U.A.I., l’opera di proselitismo s’indirizzò verso i giovani e potè contare, tra le nuove leve palermitane, Lia Sellerio, Anna Ni col osi, i fratelli Di Chiara, Mario Mi neo, Napoleone Col a j anni, Nicola Cipolla.
Fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il compito di mantenere i rapporti col Centro estero del partito fu assolto da Grasso. Furono stabiliti collegamenti anche con il mondo universitario e con intellettuali di diversa formazione (Vitaliano Brancati, Ignazio Scaturro, Vittorio D’Ale[...]
[...] intellettuali di diversa formazione (Vitaliano Brancati, Ignazio Scaturro, Vittorio D’Alessandro, Gastone Canziani, Salvatore Francesco Romano che si era trasferito a Palermo da Caltanissetta, Renato Guttuso, Elio Vittorini, Guglielmo Pasqualino, che a Palermo ospitava l’anarchico Paolo Schicchi, e molti altri operanti nell’isola e nel Continente). Questa rete di rapporti diede buoni frutti. Al momento deH’entrata in guerra dell 'Italia, quando Pompeo Colajanni fu richiamato nei « Cavalleggeri di Palermo », decise di dar vita a un’organizzazione clandestina nell’esercito. Questa consentì, a Palermo, l’allargamento dell’azione al capitano Franz Bonanno e al tenente Salvatore Russo, e, tramite Grasso, di fornire utili informazioni a Mario Alicata che si trovava a Roma.
« Altri collegamenti — scriverà Pompeo Colajanni in una sua testimonianza — furono stabiliti a Roma dal professore Diodoro Grasso venuto da Palermo, che entrò in contatto con altri ufficiali dell’aviazione già collegati col vecchio antifascista Azzarita (poi presidente dell’Associazione della Stampa), il cui figlio Manfredi, collaboratore di Carboni nella clandestinità, morì alle Fosse Ardeatine, e con ambienti di "liberi pensatori" che facevano capo ad Andrea Finocchiaro Aprile ».
In altra situazione, a contatto con antifascisti dell’Italia settentrionale e poi con l'organizzazione comunista palermitana, era avvenuta la maturazione anti[...]
[...]opo aver stabilito rapporti con l’organizzazione facente capo al toscano Antonio Bernieri (Partito Socialista Rivoluzionario), Cimino venne arrestato dalI’OVRA mentre prestava servizio militare a Palermo, e quindi tradotto nel carcere romano di Regina Coeli.
Sarà grazie a questa rete di rapporti intessuti anche all'esterno della Sicilia che gran parte degli antifascisti palermitani si legheranno subito alla Resistenza del Nord: dal già citato Pompeo Colajanni a Luigi Cortese (v.) e Di C rollai a nza, dirigenti della lotta partigiana a Parma; dal sottotenente di cavalleria Mimmo Ferrera, palermitano, che insieme ad Adolfo Serafino e quattro suoi compagni, dopo aver raggiunto la vai Chisone, si sacrificò per consentire la ritirata ai suoi compagni di lotta, a tanti altri palermitani e siciliani colti dall’8 settembre nelle regioni del Nord e che qui combatterono la Guerra di liberazione: il partinicese Palazzolo, valoroso protagonista della Resistenza del Veneto; i fratelli Di Dio (v.) che combatterono in vai d'Ossola, il generale Artale, fucilato a[...]